Dieci anni come fossero un giorno

Espressione di un volontariato nella passione

Se la Sofferenza scava nel profondo di ognuno di noi, nel mio caso lo ha fatto senza sosta. Scesa in profondità insieme ad essa ho appreso il senso vero di un’esistenza. Siamo soli quando decidiamo di indirizzare tutte le nostre forze verso il Bene. La scelta è personale ma apre orizzonti nuovi, ricevendo forze esterne che alimentano, rafforzano la scelta, procedendo senza dubbi verso ciò che il mondo chiama realizzazione esistenziale ed il Cristiano “progetto di Dio” (cfr Genesi 1;2).

Una sofferenza trova il suo senso nella misura in cui diventa “necessaria” per accedere a mondi sconosciuti che riguardano la sfera personale, psicologica, umana e disumana di tanti vissuti; storie con altrettanta sofferenza ed ingiustizia. Il dolore trova il suo sitz im leben (spazio vitale) quando condiviso e rielaborato, quando insieme si ridefiniscono i confini tra dolore e rinascita. Paradossalmente l’assenza di sofferenza non umanizza e né permette di considerare la propria esistenza in riferimento all’“altro”. Essa determina la relazione in termini di altruismo, solidarietà e guarigione; rinvigorisce i percorsi esistenziali di ogni uomo.

Il costrutto di unità diventa la base per vivere l’insieme che rimanda a più di quanto possa apparire. Dice del hic et nunc, cioè del qui ed ora di ogni vissuto ma anche del là ed allora e di quel che ancora deve essere di ognuno di noi. Sant’Ireneo di Lione direbbe “Cristiano diventa quel che sei” o meglio, quello per cui sei nato e per cui ancora dovrai vivere. A me piace ricordare le parole di uno psicosociologo, Douglas McGregor (Stati Uniti 1906-1964): “La spinta ad adottare un comportamento morale deve essere tale da determinare un superamento degli interessi individuali e dell’esperienza immediata di piacere o dolore”.

Dieci anni per conoscere donna Sofferenza, per essere pronta ad accoglierla e identificarla quale saggia compagna di viaggio. Un lungo ed interminabile viaggio nella terra del dolore: L’Africa! Dieci anni in cui la sofferenza ha cambiato mille volte il proprio nome ed il proprio volto: madre e padre alienati, famiglie allo sbaraglio, giovani depressi, anziani abbandonati, malati soli e stanchi, bambini abituati a vedere nella violenza l’unico modo per sopravvivere, sia praticandola che subendola. I nomi che più mi sono rimasti impressi percorrendo il viaggio all’interno del mio “profondo” è Miseria, Povertà, Fame, Nudità, Morte. Sono i nomi della Sofferenza incontrata in Tanzania per dieci anni che mi hanno permesso di conoscere, accogliere, condividere e in molti casi essere canale di Speranza insieme a volontari, associati, benefattori. Ogni incontro, sorriso e sguardo incrociato diventava occasione di lode a Dio: Christu Tumaini letu (“Cristo è la nostra Speranza” in Swaili). Questo il riscontro, il feedback, il saluto, il ringraziamento, la riconoscenza da parte della popolazione Tanzaniana. Dieci anni per comprendere in profondità che non esiste la sofferenza, ma l’esclusione, la discriminazione, l’indifferenza che segna le realtà di ogni individuo. Eliminati tali inclinazioni la sofferenza assume il volto di un’esperienza condivisa che cambia l’uomo e lo rende realmente umano.

Dieci anni che restano per l’eternità un giorno immortalato, fermo, come fosse in standby, per il semplice fatto che non basterà una vita per vedere la gioia, la felicità in tutti e sempre. Tutto è un fermo immagine come mai fosse stato vissuto o affrontato, sempre nella mia mente è “in forse”, con il costante desiderio di realizzare, di donare, di condividere, di sollevare ansie ed angosce. Accade il miracolo del dono di me stessa, ma ogni volta è sempre l’inizio e mai il compimento di un atto volto al dono totale della mia vita! Dieci anni, cento o mille saranno sempre per me un inizio per dire all’“altro”, alla Sofferenza del fratello: eccomi, incominciamo insieme il viaggio lungo il “profondo” di noi stessi.

La missione in Africa ci ha generati come Associazione “Mamme per Sempre” ONLUS il 24 dicembre 2010. Una data profondamente simbolica per me: nasce Gesù Cristo ogni volta che rinasciamo noi nel nostro desiderare, nel nostro modo di vivere il bene, nella scelta che orienta il nostro comportamento. Nasce Gesù nel bambino interiore di noi stessi che abbiamo voluto accompagnare, aiutandolo a crescere e ponendolo dinanzi al senso di un potenziale trauma ricevuto, restituendo significato a vissuti apparentemente senza un valore, favorendo un insight che ci permetta di riappropriarci della nostra essenza e vita.

Forse oggi più che mai, dove tutto è quasi panico a causa di un virus (Covid-19), dove gli equilibri sono minacciati dalla precarietà, le relazioni sempre più distanti, le parole di papa Francesco nella Lettera Enciclica Fratelli tutti, ci lasciano una riflessione più attenta su quanto la fratellanza debba apportare come riscontro sociale. Il Papa ci consegna frasi come “amore sociale, amicizia sociale”, che dovrebbero far risonanza ogni qual volta riflettiamo noi stessi nella sofferenza.

Con le Sue parole auguro a tutti voi utenti, genitori alienati, missionari, volontari, operatori professionali, collaboratori, benefattori e associati, un Natale in “standby”, per essere sempre vivi nel desiderio di incominciare a…con Amore! 

 

“I sacrifici dell’amore

Questa carità, cuore dello spirito della politica, è sempre un amore preferenziale per gli ultimi, che sta dietro ogni azione compiuta in loro favore. Solo con uno sguardo il cui orizzonte sia trasformato dalla carità, che lo porta a cogliere la dignità dell’altro, i poveri sono riconosciuti e apprezzati nella loro immensa dignità, rispettati nel loro stile proprio e nella loro cultura, e pertanto veramente integrati nella società. Tale sguardo è il nucleo dell’autentico spirito della politica. A partire da lì, le vie che si aprono sono diverse da quelle di un pragmatismo senz’anima. Per esempio, «non si può affrontare lo scandalo della povertà promuovendo strategie di contenimento che unicamente tranquillizzano e trasformano i poveri in esseri addomesticati e inoffensivi. Che triste vedere che, dietro a presunte opere altruistiche, si riduce l’altro alla passività». Quello che occorre è che ci siano diversi canali di espressione e di partecipazione sociale. L’educazione è al servizio di questo cammino, affinché ogni essere umano possa diventare artefice del proprio destino. Qui mostra il suo valore il principio di sussidiarietà, inseparabile dal principio di solidarietà”. (FT 187)

  

Dott.ssa Fallacara Prudenza

Presidente e Fondatrice dell’Associazione Mamme per Sempre ONLUS

 

https://noicattaronews.com/2020/12/29/dieci-anni-come-fossero-un-giorno/